Orti urbani un fenomeno sociale che punta in alto

Coltivare i prodotti sta tornando di moda per vari motivi: incrementa lo sviluppo economico e fa bene all'ambiente
Orti urbani un fenomeno sociale che punta in alto
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Orti urbani, una tendenza sempre più di moda. Un’abitudine, quasi, per molte persone che hanno intrapreso la strada della sostenibilità e dei prodotti a chilometro zero. Insomma, coltivare la terra è tornato a essere cool. In tante città gli orti urbani sono diventati una realtà consolidata, come dimostra il crescente impegno di associazioni e amministrazioni pubbliche verso una soluzione che più di altre promuove lo sviluppo sostenibile.

Nello specifico, gli orti urbani sono spazi verdi di proprietà comunale, e di dimensione variabile. La gestione di queste aree è affidata per un tempo prestabilito ai cittadini, che spesso sono raccolti in associazioni. Quello che ci interessa di più, però, sono i vantaggi che uno spazio del genere può portare in città. Innanzitutto, aspetto fondamentale, la riscoperta del valore della terra. Così come l’importanza del rapporto e della collaborazione tra i cittadini e gli agricoltori per produrre frutta e verdura fresca.

Se in tanti pensano che l’orto urbano sia una trovata contemporanea, la verità è ben diversa perché questa realtà affonda le radici in un passato lontano. Con la migrazione di massa verso gli agglomerati cittadini, di conseguenza sono diminuiti non solo gli spazi adibiti alle coltivazioni, ma anche la popolazione a coltivarli. Era doveroso trovare una soluzione e vista l’alta percentuale di persone in città, l’orto urbano è stata la scelta più naturale. Tutto questo accadeva nel XIX secolo.

Per vederne in Italia, si deve aspettare la Seconda Guerra Mondiale. Il progetto, però, svanì ben presto. Il boom arriva dopo il 2010. Nel 2013 la Coldiretti segnalava che la quantità di territorio dedicato agli orti urbani aveva raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno, addirittura triplicando il risultato dei due anni precedenti. Un fenomeno che cresce, insomma.

A portarne la bandiera nella nostra penisola sono l’Emilia Romagna con i suoi 704 mila metri quadrati di orti urbani, poi la Lombardia (193 mila metri quadrati) e la Toscana (170 mila). Ma qual è il motivo che spinge chi abita in città a coltivare la terra? Tra le prime ragioni c’è la voglia di mangiare prodotti sani e genuini. Ma c’è anche chi lo fa per passione e pure chi, giustamente, vuole risparmiare sulla spesa.

Ci sono, poi, motivazioni più profonde che hanno meno a che fare con il singolo individuo e guardano, più in generale, alla società. Gli orti urbani aiutano l’ambiente e fanno bene allo sviluppo economico e sociale del territorio. Non solo promuovono la biodiversità, ma portano sulla nostra tavola frutta e verdura biologiche senza pesticidi. Non servono ettari di terreno per rendere un orto urbano efficiente.

Bastano appena 10-20 metri quadrati: le misure necessarie per produrre, in un anno, sufficienti prodotti per una persona. Senza dimenticare che queste aree favoriscono l’inclusione sociale, aumentano il desiderio di condurre una vita sana e avvicinano alla natura.


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