Tre libri di calcio estero e l'autobiografia di Maniscalco, campione di karate

Il calcio nella Germania Est, la situazione del pallone in Ucraina, la Scozia e la sua tifoseria; e poi dai trionfi alla sua nuova vita, Maniscalco si racconta
Tre libri di calcio estero e l'autobiografia di Maniscalco, campione di karate
Massimo Grilli
6 min

Tre libri sul calcio estero per indirizzare al meglio il 2022. Se si parla di Germania Est, impossibile non tornare con la memoria (almeno per chi ha una certa età) a quel gol di Sparwasser nel derby con i fortissimi cugini della Germania Ovest ai Mondiali del 1974. Da quella vittoria sorprendente comincia anche questo gioiellino sul calcio nella DDR, nazione che dominò in tante discipline sportive ma che nel pallone non riuscì invece - tranne qualche eccezione - a sovrastare gli squadroni dell’Ovest. Tante piccole storie, da Croy la pantera di Pianitz alla passione calcistica di Angela Kasner - che conosciamo tutti con il cognome del marito, Merkel - membro onorario dell’Energie Cottbus, dalla paradossale vicenda “spionistica” di Thomas Doll, primo calciatore dell’Est a sbarcare in Italia fino al legame tra la temuta Stasi e la Dinamo Berlino. Con gli interventi, tra gli altri, di Bruno Pizzul e Lamberto Boranga, che in un Magdeburgo-Cesena spedì ko con un cazzotto proprio lui, l’eroe Sparwasser. Tutto nel segno dell’Ostalgie, il “ricordo nostalgico dei tempi in cui la Germania dell’Est era separata dall’Ovest”.
Restiamo nell’Europa dell’Est con il bell’approfondimento di Vincenzo Felici sull’Ucraina, nazione schiacciata dal peso della Russia e da una guerra che va avanti da anni per le questioni legate alla Crimea e al Donbass, ricordate qui con precisione. Anche il calcio, nel suo piccolo, non ha potuto non subire le conseguenze di queste vicende (basti pensare allo Shakhtar, costretto da tempo a giocare tutte le partite di campionato lontano da casa) e questo libro è l’occasione per ricordare «non solamente calciatori e allenatori, ma anche squadre coraggiose che lasciano il segno, stadi che trasudano storia, e un tifo popolare dalle più diverse connotazioni, talvolta impregnato da istinti razziali feroci ed estremismi radicali?». La storia dei principali club, i personaggi che hanno fatto la storia (da Lobanovskyj a Blokhin a Shevchenko), la mappa degli stadi, anche il contributo di personaggi come Svetlana Lobanovskyj, la figlia del Colonnello, Cristiano Lucarelli, protagonista anche con la maglia neroarancione dello Shakhtar, e Aleksandr Zavarov, primo calciatore sovietico a giocare in Italia, nella Juventus.
Folgorato sulla via di Hampden Park, tifoso appassionato della nazionale scozzese al seguito della quale ha girato mezza Europa - leggiamo nella quarta di copertina - Mauro Bonvicini ci ha regalato un atto d’amore verso questa piccola nazionale e la sua sconfinata tifoseria, la celebre Tartan Army, ma anche un dettagliato viaggio nella cultura di questa nazione britannica che ha sempre voluto conservare la sua autonomia - almeno di pensiero - rispetto alla dominante Inghilterra. Nome fondamentale nella storia del calcio mondiale - vale la pena ricordare che la prima partita internazionale di calcio vide confrontarsi una rappresentativa scozzese e una inglese - la Scozia non ha mai ottenuto risultati eclatanti ma si è sempre segnalata per la sua tifoseria, generalmente divertente e goliardica nelle sue espressioni. «Ma il tifoso che in elegante completo si imbarca su un treno di linea verso Londra nel 1947 ha poco o nulla da spartire con l’adolescente scapestrato che invade il sacro manto di Wembley in anfibi e giacca in denim nel 1977, il quale a sua volta è lontano anni luce dal tifoso “middle class” che raggiunge il Baltico alla fine degli Anni Novanta. Ecco, inseguendo l’evoluzione della tifoseria scozzese - e la sua infinita sfida alla “Auld Enemy”, la vecchia nemica, così chiamano da quelle parti l’Inghilterra - Bonvicini intercetta i cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo in Scozia e in Gran Bretagna, ancora più significativi ai tempi della Brexit.
C’ERAVAMO TANTO A(R)MATI, storie dei calcio della Germania Est; di Fabio Belli e Marco Piccinelli, Rogas Edizioni, 140 pagine, 12,70 euro.
KIEV L’HA VISTO? Viaggio nelle realtà calcistiche di Kiev e dintorni; di Vincenzo Felici, Urbone Publishing, 146 pagine, 15 euro.
IL RUGGITO DI HAMPDEN, storia culturale della tifoseria scozzese, dai Wembley Warriors alla Tartan Army; di Mauro Bonvicini, Eclettica Edizioni, 458 pagine, 20 euro.

Le vittorie, tante: tre titoli mondiali, cinque europei, 17 Tricolori. Ma anche le sconfitte, gli infortuni, il senso di sgomento che prende ogni campione quando si rende conto che la sua carriera si deve arrendere all’età. «Il momento più brutto? Smettere, non c’è mai un tempo giusto per andarsene». Si racconta senza reticenze - in questa bella autobiografia scritta con l’aiuto di Alex Pietrogiacomi, giornalista e scrittore, ma anche praticante di questa disciplina - Stefano Maniscalco, tra i più importanti atleti nella storia del karate italiano, che ha voluto mettere per iscritto la sua vita, la sua carriera, anche i suoi problemi, senza finzioni o iperboli. «Ho 39 anni. E’ stato un bel pezzo della mia vita. Scrivendo ho rivissuto tutto», ha detto. Siciliano di Palermo, esponente delle Fiamme Gialle, cresciuto in una famiglia dedita alle arti marziali, ben presto stregato dal karate. Decisivo l’incontro con il maestro giapponese Toyozo Fujioka, che gli ha trasmesso valori e concetti tipici degli antichi samurai. Da qui l’esplosione a livello internazionale coronata dalla vittoria nel mondiale di Tokyo, davanti ai padroni di casa di questa disciplina. Il racconto di un campione ma anche di un ribelle, il diario di un uomo complesso che ha trovato dentro di sé la forza per trovare nuovi stimoli, dall’insegnamento al cinema, alla scrittura di questo libro. Peccato solo che il karate sia stato accettato alle Olimpiadi troppo tardi per vedere Maniscalco in azione, avrebbe sicuramente dato spettacolo.
L’ULTIMO IMPERATORE DEL KARATE, di Stefano Maniscalco con Alex Pietrogiacomi; edizioni Alcatraz, 256 pagine, 18 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA