Così lontani, così vicini. I campioni sportivi, e i tennisti naturalmente non fanno eccezione, sono eroi inavvicinabili se pensiamo alle loro prestazioni, ai “colpi” che a noi non usciranno mai dalle nostre racchette, magari anche al loro conto in banca. Ma allo stesso tempo, essendo lo sport una azzeccata metafora della vita, il loro esempio può aiutarci, malgrado la distanza siderale che ci separa, ad affrontare meglio asperità e ostacoli che l’esistenza quotidianamente ci pone davanti, «a realizzare i propri desideri con passione, lealtà, impegno e sacrificio, a reagire in modo positivo davanti alle sconfitte», come scrivono in Match Point gli autori Andrea Novelli e Andrea Giudice, nell’introduzione del loro bel libro. Non il "solito" libro sul tennis, non una biografia, e non solo Sinner, ma anche Sinner, in un'analisi interessante dell'aspetto psicologico del tennista. Il tennis - definito uno sport “ad abilità aperta” - rappresenta l’eccellenza dell'abnegazione, essendo una disciplina che richiede (a qualunque livello, e anche i giocatori di club possono confermarlo) un notevole sforzo fisico ma anche e soprattutto mentale, perché «Il tennis è come giocare a scacchi correndo», scrisse David Foster Wallace, lo scrittore che fu un buon giocatore a livello amatoriale e che considerava le partite di Federer al pari di una “esperienza religiosa”.
Ecco, Novelli e Giudice, scrittore uno e coach internazionale l’altro, hanno preso spunto da trentuno campioni della storia recente del tennis - da Federer a Sinner - per analizzare come, nei momenti di crisi che inevitabilmente hanno dovuto affrontare, abbiano saputo trasformare le difficoltà in punti di svolta della propria carriera e soprattutto come il loro esempio possa ispirare anche le nostre vite. Dalla rimonta clamorosa con Medvedev agli Open d’Australia di un Nadal già ferito nel fisico ma indomabile nello spirito, alle magie di Chang contro Lendl in una edizione indimenticabile del torneo del Roland Garros, dalla caduta e resurrezione di Muster alla “fragile”invincibilità di Martina Navratilova, dai traumi superati da Murray fino alla resilienza estrema di una giocatrice poco conosciuta come l’inglese Tara Moore, capace però qualche anno fa di compiere una impresa quasi impossibile, rimontare da 0-6 0-5 e due match point contro, per andare a vincere il match. Da tutti questi grandi campioni gli autori estraggono con abilità un insegnamento, una morale, qualcosa cioè che sia universale, che possa adattarsi a ognuno di noi. Ricordando sempre, e qui prendiamo ancora in prestito le parole di Foster Wallace, che “Il vero avversario, la frontiera che include, è il giocatore stesso. C’è sempre e solo l’io là fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. Il ragazzo dall’altro lato della rete non è il nemico, è più il partner della danza. Lui è il pretesto o l’occasione per incontrare l’io. E tu sei la sua occasione… Il tennis è l’impresa essenzialmente tragica del migliorare e crescere”. E in questo i campioni ci possono dare una mano.
MATCH POINT, i campioni del tennis come fonte di ispirazione quotidiana; di Andrea Novelli e Andrea Giudice, Ultrasport edizioni, 382 pagine, 19,50 euro.