Ilenia Aztori respira. Lo farà sempre nel corso di questa intervista, misurando parole e pensieri. D’altronde, per lei è un inedito: non si era mai concessa alla stampa. Decide di farlo in questa occasione in un piccolo locale di Milano dove spesso incontra gli amici. Schiva, riservata, discreta, 31 anni, da una vita è la compagna di Alessandro Florenzi, che ha sposato nel 2015. Con lui ha due figlie, Penelope e Sveva. In questa intervista Ilenia si racconta come mamma e moglie, perché naturalmente lo è, ma si racconta soprattutto come donna. Una donna che poteva tranquillamente godersi gli agi di una condizione privilegiata (che lei non nega), nata e cresciuta a Roma e con esperienze di calcio e vita che l’hanno portata a Valencia, Parigi, Milano e poi chissà. Invece ha scelto di mettersi in gioco. Ha studiato, si è preparata e ha deciso di diventare insegnante di yoga e pilates. Diventare però non è il termine corretto e lei, neppure forse accorgendosene, lo spiega così: “Penso che quando fai un percorso come il mio non è che diventi qualcosa o qualcuno, lo sei. Io non penso che Alessandro faccia il calciatore, penso che lo sia. E lo stesso vale per me”. Di Florenzi non parla quasi mai: racconta che medita, che ha regalato ai compagni un cuscino per fare yoga e che se lei ha potuto sviluppare se stessa e le sue passioni è anche grazie a un marito che non le sta davanti o dietro “ma semplicemente vicino. Quando sono stata via in India o quando ho bisogno di prendermi i miei tempi per praticare lui semplicemente c’è. Non è tanto, è tutto”.
Sul suo sito scrive: “Insegnante Yoga e Sound Healer. Sei il frutto di un movimento energetico unico, siamo vibrazioni che danzano all’unisono”. Chi è Ilenia?
Respira, poi risponde: “Una donna di 31 anni che ha sempre avuto interesse, passione oserei dire, per lo yoga. Ho iniziato guardando dei video, anche quando ero più piccola, poi qualcosa è scattato in me durante la prima gravidanza. Ho deciso di intraprendere questo percorso per me stessa e perché mi fa stare bene. E se io sto bene stanno bene anche le persone che mi sono intorno, a partire dalle mie figlie”.
Loro come la vivono?
“Con normalità, sanno cosa fa, anzi cosa è, la mamma. Quando le ho portate con me in un ritiro faticavo a lasciarmi andare perché ero preoccupata per loro, volevo controllare, vedere, capire. Poi io mi sono lasciata andare e quando ho visto mia figlia libera di seguire quello che stavo facendo, commuovendosi, mi sono commossa anche io. Lacrime bellissime”.
Lei adesso è insegnante, è tornata da poco dalla Colombia, fa lezioni on line.
"All’inizio avevo dei dubbi, non sapevo se mettere la mia esperienza a disposizione, se mettermi io a disposizione. Invece ho iniziato e le reazioni delle persone che praticano con me mi hanno fatto capire che era la strada giusta. E succede ancora”.
Roma, poi l’Europa con Valencia e Parigi, poi Milano. In mezzo l’India.
“Un luogo che per me è casa, un luogo dell’anima. Io ho iniziato come insegnante di Pilates secondo il metodo tradizionale, poi però mi sono allontanata alla ricerca di qualcosa di più intimo, profondo e meno materico. Con lo yoga ho trovato il mio centro nella pratica vedico-Himalaya del Sattva yoga. Poi c’è stata la formazione di 200 ore hata/vinyasa”.
Lei sul suo sito scrive: “Esperta in psicología positiva, mindfulness e gestione emozionale”. Come gestisce le emozioni?ù
Respira, ci pensa. “Il nostro corpo è una macchina perfetta e quando c’è qualcosa ci lancia dei segnali, sempre. Sta a noi capirli, interpretarli, gestirli e passarci anche dentro, se serve”. E come si fa?“Ascoltando, predisponendosi. Io capisco che la vita di tutti noi è impegnativa e complicata, non sono scema, so di avere magari dei privilegi che altre persone non hanno. Ma so anche, perché vivo e frequento persone di ogni tipo, che a volte si perde tempo in cose inutili. Abbiamo più o meno tutti mezzora, un’ora se non al giorno almeno ogni due tre giorni a settimana, perché non dedicarla a questo invece che al telefono? Perché non ascoltarsi, non mettersi a disposizione di se stessi”.
Lei è diventata mamma giovanissima, a 23 anni: è in quel momento che qualcosa è cambiato?
“Sì, i nove mesi sono stati un viaggio pazzesco dentro me stessa, nella mia anima e non solo nel mio corpo”.
Tra l’altro nel 2016 Penelope l’hanno fatta nascere due o tre volte i giornali.
Ride. “Alessandro era all’Europeo, io agli sgoccioli, ogni giorno usciva la notizia che avevo partorito. Alla fine è nata quando lui era in Francia, è venuto per vederla ed è ripartito”.
Ed è iniziato un viaggio incredibile.
“Sì, un viaggio che tra l’altro mi ha portato, e mi porta ogni giorno, a farmi mille domande. Che riguardano l’alimentazione, la scelta dei prodotti, di cosa mettere in tavola. E poi l’educazione, i percorsi da intraprendere. Ogni giorno, ma potrei dire ogni ora, io mi metto in discussione come donna e come madre. Ecco, mi piacerebbe che le mie figlie crescessero così”.
Cosa è per lei praticare?
“Vivere”.
Ilenia Aztori è felice se…
“Se sta bene. Che non vuol dire che tutto debba andare bene, sempre. Significa avere gli strumenti per affrontare quello che accade. Tanto il dolore tocca tutti prima o poi, gli imprevisti accadono”.
Per chi vuole fare un percorso con lei non ci sono solo lezioni di yoga integrale, ma anche workshop e ritiri.
“Sì, spesso le lezioni sono on line, i workshop e i ritiri sono occasioni per stare insieme, respirare, praticare e anche divertirsi. E’ un modo per riconnettersi con se stessi e provare a non perdersi più”.
Come è cambiare spesso città, vita e abitudini? Siete andati via da Roma quattro anni e mezzo fa e avete vissuto finora in tre città diverse.
"Dove ci siamo sempre trovati bene, io in ogni posto ho cercato di trovare la dimensione mia e della famiglia. Per quanto riguarda me con i miei punti di riferimento, ovunque. Roma è casa, a Milano ci troviamo bene perché è a misura perfetta per noi. E poi, come dicevo prima, non conta dove e non conta come. Conta perché: per me casa è dove sto bene e dove riesco ad essere me stessa. In India come a Milano o a Parigi”.