Iannone senza limiti tra moto e Elodie: "Sono felice. E di notte farei..."

Quattro anni dopo la squalifica per doping, è risalito in moto a Jerez: "Questi anni lontano dalle corse mi hanno reso  più maturo"
Gianmaria Rosati
5 min

«Una liberazione? Dopo la prima gara capiremo se sarò libero o incastrato». Se la cava con una battuta Andrea Iannone, ma l’impressione è che con i primi 21 giri su una moto da corsa dopo quasi quattro anni, l’abruzzese sia tornato a vivere. Perché è vero che durante la squalifica di quattro anni per un caso di doping mai del tutto chiarito - dai 18 mesi per contaminazione alimentare si è passati ai 48 della sentenza in appello - Iannone non ha perso la popolarità, ma la sua vita è soprattutto quella tra i cordoli di un circuito, a 300 orari. Certo, Andrea è l’unico motociclista dopo Valentino Rossi a essere entrato anche nelle case degli italiani non appassionati di due ruote, anche per merito della love story con Belen Rodriguez e dell’attuale relazione con Elodie, però le corse non hanno mai smesso di appartenergli. Altrimenti, dopo aver combattuto nei tribunali per un anno, non avrebbe continuato ad allenarsi, sognando quel giorno che è arrivato ieri a Jerez.

Il primo test in Spagna

Andrea è ripartito da dove aveva lasciato, con una giornata di test in Spagna. Il 20 novembre 2019, quattro settimane prima della notizia-shock della positività al drostanolone, Iannone girò con gli altri piloti MotoGP a Valencia, e quel giorno viene ricordato per il principio di incendio che si sviluppò sulla sua Aprilia in fondo al rettilineo. Salutata l’Aprilia che l’ha sostenuto e atteso durante la battaglia legale, Iannone ha cambiato campionato oltre che Casa, passando alla Ducati di GoEleven in Superbike. «Non esiste nulla di facile nelle corse, altrimenti si sarebbe chiamato “divertimento”. Per me è già difficile tornare in corsa, non ho aspettative e tantomeno fretta. La Panigale quattro cilindri mi piace, ma sono lontano dal limite, il che ad oggi è positivo».

"Per prima cosa voglio divertirmi"

Nella ventina di giri concessi dal meteo di Jerez - «Fosse per me andrei ad accendere i fari per girare in pista stanotte» - Iannone ha chiuso a due secondi e mezzo da Remy Gardner, autore del miglior tempo. Un distacco poco indicativo ma di certo non sconfortante. «Per prima cosa mi sono detto “pensa a divertirti”, fisicamente sono arrivato pronto perché non ho mai smesso di allenarmi e soprattutto sono felice». I quattro anni vissuti da VIP ma con il dolore della lontananza dalle gare hanno lasciato a Iannone «una maggiore maturità, sono diventato più grande. Del resto quattro anni sono tanti...». Ad accoglierlo è stato il team piemontese GoEleven, che potrebbe diventare la collocazione ideale a livello umano per un pilota che vuole riannodare il filo della propria carriera. «E’ una scelta ponderata, la ritengo una squadra in grado di fare buone cose. Umanamente ho incontrato una famiglia, spero di poter dare loro qualcosa che magari non hanno mai avuto». Quello di Iannone è con ogni probabilità il volto più noto che approda in Superbike dai tempi di Max Biaggi (ambassador Aprilia presente a Jerez con la “sua” RSV4), sia per il grande pubblico che per gli appassionati, dato che i trascorsi in MotoGP del 34enne di Vasto sono prestigiosi: cinque stagioni da ufficiale con la Suzuki, l’Aprilia e quella Ducati a cui regalò nel 2016 il primo successo dell’era Dall’Igna. «Mi fa piacere che ci sia ancora interesse nei miei confronti - ha concluso -, ci sono pure aspettative importanti. Si tratta anche di una responsabilità, ma la vicinanza e il calore fanno sempre piacere. Spero di poter fare ancora qualcosa di bello, e magari di avvicinare anche più persone a questo campionato». Il ritorno della lavagnetta “The Maniac” sul muretto dei box e la scritta «I’m back» (sono tornato) sul casco aprono un nuovo capitolo per la Superbike, ma anche per Andrea Iannone. Pronto per inseguire quei risultati alla portata di uno dei più grandi talenti del motociclismo moderno.


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