Gli e-fuels nelle auto sono un bluff?

Nel 2035 potranno alimentare non più del 2 per cento delle vetture europee
Gli e-fuels nelle auto sono un bluff?
Michele Marchetti
6 min

ROMA - Nel 2035 in Europa la disponibilità di carburanti sintetici sarà talmente limitata da alimentare appena il 2 per cento delle auto in circolazione. Lo rivela una nuova analisi di Transport & Environment basata sui dati resi noti dalla stessa industria della raffinazione. Il dato smentisce le affermazioni dell’industria dei combustibili fossili che sostiene che una deroga al phase out 2035 per le auto alimentate con carburanti sintetici contribuirebbe allo sviluppo di questa tecnologia, rendendo possibile la decarbonizzazione dell’intera flotta esistente. Ma i conti non tornano.

LA PREVISIONE. Alla data prevista per il fine vendita di nuove auto con motore a scoppio, infatti, la produzione di carburanti sintetici sarà ancora in una fase embrionale. L’analisi di Transport & Environment, che si basa sulle previsioni dei volumi stimati dall’industria, mostra che nel 2035 saranno solo 5 milioni le auto in grado di essere alimentate esclusivamente con combustibili sintetici. Ovvero una quota minima - appena il 2% -  dei 287 milioni di esemplari in circolazione in quel momento nel Continente. Secondo T&E gli e-fuels per auto sono solo “un cavallo di Troia” utilizzato dalle compagnie petrolifere e dai produttori di motori a scoppio per ritardare la transizione verso tecnologie a zero emissioni. L’organizzazione invita pertanto i legislatori europei a resistere alle pressioni dell'industria che vorrebbe ottenere una scappatoia legislativa per permettere la vendita di nuove auto a combustione anche dopo il 2035.

LE PAROLE. «I carburanti sintetici vengono presentati come una soluzione carbon-neutral per decarbonizzare la flotta esistente, ma sono gli stessi dati dell’industria a mostrare che essi saranno in grado di alimentare solo una minima parte delle auto in circolazione» dichiara Veronica Aneris, Direttrice di Transport & Environment Italia. «In realtà i produttori di carburanti e i costruttori di  motori endotermici stanno solo cercando di mantenere in vita oltre il necessario gli inefficienti motori a combustione interna. I legislatori chiudano la porta a questo cavallo di Troia dell’industria fossile».

L'ANALISI. Le stime dell’industria prendono in considerazione gli e-fuels prodotti in Europa, ma includono anche il carbonio catturato dalle emissioni industriali e manca chiarezza in merito alla quota di elettricità certificata come 100% rinnovabile utilizzata dagli impianti di produzione. Se si usassero esclusivamente i carburanti sintetici neutri dal punto di vista del carbonio -  ovvero quelli prodotti interamente con elettricità rinnovabile addizionale e con CO2 catturata direttamente dall'aria - il numero di auto che potrebbero essere alimentate sarebbe ancora più basso rispetto ai 5 milioni previsti, rileva T&E.

FALSI MITI. Secondo l’organizzazione, i piani dell’industria di importare su vasta scala carburanti sintetici carbon-neutral non sono realistici poiché non esistono impianti di produzione né tantomeno standard globali per certificare tali carburanti. Inoltre si rallenterebbe lo sforzo delle economie meno sviluppate nel decarbonizzare i loro propri settori dei trasporti e dell'energia.

POSSIBII UTILIZZI. «Non appare credibile chiedere ai Paesi in via di sviluppo di mettere a disposizione le loro energie rinnovabili, spesso insufficienti a coprire il proprio fabbisogno interno, per produrre e-fuels da bruciare nei motori a combustione delle auto europee» continua Aneris. «In Europa invece, utilizzare e-fuels nelle auto assorbirebbe l'elettricità rinnovabile necessaria per decarbonizzare il resto dell'economia. È fondamentale, quindi, che l’utilizzo dei carburanti sintetici sia destinato solo al settore aereo e a quello marittimo, che non possono contare sulle batterie per raggiungere la decarbonizzazione».

LA COMPARAZIONE. I veicoli alimentati dai carburanti sintetici, peraltro, hanno un impatto ambientale decisamente superiore a quello delle auto elettriche. A partire dal 2030, rileva infatti una recente analisi condotta sull’intero ciclo di vita del prodotto, queste ultime emetteranno il 53% di CO2 in meno rispetto ai mezzi che utilizzano gli e-fuels. 

I TEST. La combustione di tali carburanti - chimicamente uguali agli idrocarburi fossili - non contribuirà inoltre a ridurre le emissioni tossiche di quella che resta una delle principali fonti di inquinamento dell’aria. Lo scorso anno, infatti, test di laboratorio hanno dimostrato che le auto alimentate da e-fuels rilasciano la stessa quantità di ossidi di azoto emessa dai veicoli tradizionali. Infine, la produzione di carburanti sintetici continuerà a essere particolarmente costosa ancora per diversi anni, con una spesa media di utilizzo a cinque anni per automobilista che supera di oltre diecimila quella sostenuta nello stesso periodo di tempo per alimentare un’auto elettrica.

LA STIMA. L’uso dei carburanti sintetici nel trasporto stradale, infine, è altamente inefficiente nel confronto con l'elettrificazione diretta: a parità di fabbisogno di mobilità, infatti, convertire il 10% delle auto tradizionali in veicoli alimentati a e-fuel e sostituirne un ulteriore 10% con mezzi a idrogeno, farebbe crescere del 36% la domanda di elettricità.

ROAD MAP. I legislatori Ue sono attualmente impegnati nella definizione delle regole per la prevista dismissione dei motori a combustione a partire dal 2035. Il prossimo round di negoziati inizierà il 27 ottobre.


© RIPRODUZIONE RISERVATA