Il mercato europeo nei primi sette mesi del 2024 è cresciuto poco, 3,9% rispetto al 2023 ed è circa il 20% in meno del 2019. Situazione complicata, prezzi elevati poche vetture piccole e quelle ancora prodotte sono molto care rispetto a prima della pandemia. Le elettriche ristagnano. Secondo i dati UNRAE 1.093.808 sostanzialmente come lo scorso anno. Sorprendente il calo di vendite in Germania e Svezia 20% circa in meno, dovuto allo stop agli incentivi. Le ibride con la spina rimangono al palo, poco più di mezzo milione nei sette mesi. Le più vendute sono le vetture a benzina, 2.764.606. Le ibride che comprendono però anche le leggere sono in netto aumento 2.392.884. Quello che sorprende è la vendita delle diesel, circa novecentomila in sette mesi. Mercato quindi che non premia le elettriche ma continua a vendere in grande numero le endotermiche e si rivolge alle ibride che sono facili per fare il pieno e inoltre risparmiano anche sulle emissioni di CO 2. Per il momento il mercato in Europa è largamente dominato dai tedeschi che hanno collettivamente una quota del 37,7% di vetture a fatturato unitario molto al di sopra della media. A ruota seguono i francesi con una quota del 26,1% del mercato. I giapponesi tutti insieme hanno una quota del 14,2%, la metà è Toyota in continua e costante crescita. Strategica la scelta dell’ibrido fatta alla fine del secolo scorso.
Toyota persegue una strategia globale pragmatica e adatta le scelte di prodotto alle disponibilità di reddito delle varie aree del pianeta con una progressiva e costante diminuzione delle emissioni. I coreani, da complimentare per l’evoluzione di prodotto degli ultimi due lustri, hanno una quota dell’8,3% nei primi sette mesi del 2024. I cinesi si stanno organizzando ora e sono intorno al 2% del mercato. Se aggiungiamo la Volvo in crescita e di proprietà della cinese Geely, i cinesi sfiorano il 5% del mercato europeo. Analizzando i dati, i Paesi guida del Nord Europa non sembrano svolgere in maniera quasi automatica il ruolo di apripista alla transizione ecologica e riflettono su ciò che conviene economicamente. Rimane il ruolo di accoglienza prioritaria ai nuovi entrati, i cinesi. Così come fecero negli anni Novanta con i giapponesi. *presi