ROMA - Piantare un albero è un po’ come riconciliarsi con l’essenza stessa della vita: un albero ha radici che ricordano il passato, ma possiede anche dei rami orientati verso il cielo per indicare un’idea di futuro. Nei prossimi mesi ne nascerà uno per ciascun luogo caro agli azzurri medagliati di Olimpiadi e Paralimpiadi, nell’ambito di un protocollo del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A farsi carico di questo impegno è il sottosegretario Claudio Barbaro, 69 anni, da trenta presidente di ASI - Associazioni Sportive e Sociali Italiane -, quindi profondo conoscitore dell’universo Coni e delle sue complesse dinamiche. Chissà che un seme di speranza non possa essere gettato anche nel terreno spesso arido della politica sportiva, oggi alle prese con il futuro di Malagò, della Federcalcio e più in generale invischiato in una tornata elettorale piena di insidie e conflitti.
Presidente, dicono che per fare un albero ci voglia un fiore. Lei ne vede molti?
"Vedo quaranta medaglie, un risultato straordinario del quale andare fieri".
Come nasce questa idea?
"L’albero è un simbolo perché cresce e dà la vita. Pensate che per quattro anni questa convenzione era rimasta in un cassetto del ministero. Ci stavano per togliere i fondi e invece destineremo 1,7 milioni agli eventi sportivi ambientalmente sostenibili".
Qualcuno potrà obiettare: sarà una delle tante iniziative “spot” quando si parla di ambiente?
"Assolutamente no. Vogliamo renderla un asset costante nelle politiche del ministero. Quando abbiamo cominciato il lavoro, purtroppo, l’educazione ambientale era concepita come qualcosa di nicchia e da ricondurre solo ai rapporti con le scuole. Invece lo sport è l’unica materia che intercetta tutti i temi dell’agenda 2030 dell’Onu".
L’emozione olimpica che l’ha coinvolta di più?
"Ne scelgo due: il trionfo della pallavolo, così atteso, e l’oro delle ragazze della spada nella finale contro la Francia padrona di casa. Anche se dal punto di vista organizzativo queste Olimpiadi non mi hanno fatto impazzire".
Anche lei ha avuto problemi con i letti e l’aria condizionata?
"No, però i trasporti non hanno funzionato bene e la rete dei volontari era insufficiente. Alcuni aspetti legati all’impiantistica invece mi hanno sorpreso. Quando si parla di “Olimpiade sostenibile” il rischio di ricoprirsi di atteggiamenti di facciata è dietro l’angolo".
Al presidente del Cio è piaciuta.
"Bach per la prima volta non ha detto “è stata la più bella Olimpiade di sempre”. Significa che qualche pecca l’ha notata pure lui...".