Martinenghi e il retroscena del messaggio di Fioravanti: cosa gli ha scritto prima della finale

L'intervista all’unico nuotatore italiano a vincere due ori olimpici: "Nicolò ha sfruttato il momento: merita questo trionfo"
Paolo de Laurentiis
3 min

INVIATO A PARIGI - «Certo che l’ho visto». Domenico Fioravanti, 47 anni, è stato l’unico nuotatore italiano a vincere due ori olimpici: 100 e 200 rana ai Giochi di Sydney, nel 2000. Edizione che ha aperto il ciclo del grande nuoto italiano: è da lì che è cominciata la catena di successi degli azzurri della vasca, fino ad allora sul podio olimpico solo grazie a singole imprese. A distanza di 24 anni un altro ranista - sempre targato Aniene - si mette al collo l’oro più bello. «Devo essere sincero: non me l’aspettavo ma forse non se l’aspettava nemmeno lui», racconta divertito Fioravanti. Sotto sotto, solo Marco Pedoja, l’allenatore di Martinenghi, gli diceva che effettivamente poteva credere al colpo grossissimo: «Nicolò - prosegue Fioravanti - è ai vertici da tanti anni. Merita un risultato di questo genere».

Martinenghi, il messaggio di Fioravanti: il retroscena

Poi, come ha detto lui stesso, bisogna anche farsi trovare nel posto giusto al momento giusto: «Sono arrivati in tre in una manciata di centesimi. In quei momenti devi essere bravo a sfruttare l’occasione». Forse avrà fatto qualcosa anche il messaggio di sabato sera, il giorno prima della finale: «Sì, gli ho scritto. Gli ho fatto un grande in bocca al lupo. Ora gli ho fatto i complimenti». Lo stesso Martinenghi ieri sera ha ringraziato Fioravanti in diretta tv. L’ultima volta si erano incrociati al Settecolli, a fine giugno, a Roma: «Sì, l’ho premiato», racconta ancora Fioravanti: «Ma non gli ho detto niente di particolare. Conosco certe scaramanzie, quando la gara si avvicina meglio non dire niente». Due medaglie dopo due giorni gare, il bronzo della staffetta 4x100 stile libero e il meraviglioso oro di ieri sera. Un bel modo per cominciare l’Olimpiade: «Ne trarranno tutti beneficio: cominciare bene può fare la differenza. È anche il giusto riconoscimento al lavoro della federazione. Ne trarrà beneficio tutto il movimento».


© RIPRODUZIONE RISERVATA