Dalla simpatica protesta di Tomas Machac ("Colpisci troppo forte, vacci piano"), eliminato due settimane fa in semifinale a Shanghai, alla sgradevole ironia dalla Serbia ("Cerca di copiare Djokovic in tutto ciò che può. Ma non può copiare il suo carattere e la sua integrità") sulla sua nuova racchetta Head provata in questi giorni di allenamento a Montecarlo, in vista del Masters 1000 di Parigi Bercy, torna il dibattito sulla grande potenza che Sinner sprigiona nei sui colpi, che siano di diritto o rovescio poco importa: come fa ha colpire così forte?
Potenza, controllo e precisione: Jannik e i suoi colpi perfetti
Al di là del modello della racchetta, (ora ne sta testando una nera, senza alcun logo e diversa da quella utilizzata solitamente, la cui forma secondo alcuni ricorderebbe quella della "Head Speed Legend", utilizzata tra gli altri da Djokovic, come visibile in un video pubblicato da "Functional Tennis"), che ha sicuramente la sua importanza, Sinner ha sempre voluto giocare con le corde più tese di tutti: 28 kg. Significa grande controllo, massima precisione e minor spinta. Tutto questo, insieme ad un bilanciamento spostato verso la testa, un movimento nel caricare il colpo e una grande spinta sulle gambe rende i suoi colpi potentissimi. E se Machac si lamenta ("Mi hai rotto la racchetta!"), la risposta di Jannik non può che essere nel suo stile pulito ed essenziale (Ah, sorry").