Da Guillermo a Rafa, dall’Argentina all’Italia, con Sinner e la Coppa Davis sullo sfondo. Il destino di Coria, ex numero 3 ATP, e quello del numero uno del mondo sono in qualche modo intrecciati. Il tennista argentino, oggi capitano dell’albiceleste, prossima avversaria dell’Italia in Coppa Davis, era stato fermato per doping nel 2001. Nonostante le prove fornite, subì una squalifica di 7 mesi prima di rientrare e raggiungere un accordo extragiudiziale con la ditta che produceva gli integratori. Coria riprese in mano la sua carriera fino ai 27 anni, quando scelse di dire basta. Sinner sta vivendo un caso delicato quanto il suo, e i due si incroceranno proprio a Malaga nel primo match di Final 8, mentre nello stesso torneo lascerà il tennis Rafael Nadal, l’avversario a cui ha passato il testimone ormai vent’anni fa.
Quali sono i suoi ricordi da giocatore di Coppa Davis?
“Da giocatore ricordo la sconfitta contro la Slovacchia nella semifinale del 2005, così come la partita persa contro Lleyton Hewitt nei quarti dello stesso anno. Sono ricordi stupendi, anche se a causa dei diversi infortuni ho potuto giocare molte partite per l’Argentina. Una delle cose più belle della Coppa Davis è giocare in casa, perché da noi c’è un clima incredibile ed è un valore aggiunto. Devo dire che è un piacere anche andare in trasferta, specie in Italia o in Spagna, perché siamo spesso seguiti da un folto pubblico e l’atmosfera resta caldissima. Ho molti bei ricordi della Davis da giocatore e continuo a vivere con molta passione anche l’esperienza da capitano”.
Cosa ha provato nel giorno del suo debutto sulla panchina dell’Argentina?
“È una storia incredibile, perché ricordo che il mio debutto in casa da giocatore avvenne in un Argentina-Repubblica Ceca disputata a Buenos Aires, dove per fortuna vincemmo 5-0 anche grazie al mio contributo. Lo stesso è accaduto da allenatore, ancora una volta a Buenos Aires contro la stessa squadra. Per fortuna abbiamo vinto”.
La vostra stagione in Coppa Davis è cominciata con Argentina-Kazakistan vinta in rimonta per 3-2. Un match… da Davis
“È stato un film. Una partita incredibile, in pieno stile Coppa Davis appunto. Partivamo favoriti, ma Skatov ha giocato un match incredibile. Ricordo che c’era molto caldo e l’abbiamo un po’ sofferto. Per fortuna il nostro Baez ha ribaltato un incontro pazzo, salvando anche dei match point contro Popko per portarci alla fase a gironi di Manchester. La vittoria ci ha dato molta energia, ma non consiglio l’esperienza ai deboli di cuore! Giocavamo a Rosario, nel circolo dove si allenano anche i miei figli. Per me c’era una pressione doppia: ricordo che non ho dormito la settimana prima e che anche le settimane dopo le ho impiegate per smaltire la tensione. Adesso siamo alla fase finale e ci tocca Sinner (ride, n.d.r.)”.
Ha spiegato che da giocatore amava scovare le debolezze dell’avversario. Se dovesse affrontare oggi Sinner, come la preparerebbe?
“Sono partite che tutti vogliono giocare. Toccasse a me oggi, cercherei di eseguire molte palle corte, facendolo muovere anche lateralmente. Sinner è un giocatore completo, non a caso è il numero uno del mondo. Si muove molto bene nonostante l’altezza. Cercherei di non dargli ritmo, variando anche molto la traiettoria della mia palla. Mi piacerebbe avere 15 anni di meno e affrontarlo come fatto con Nadal, Federer e Djokovic. In generale, partite come questa tirano fuori il meglio dall’avversario di turno, proprio perché non capitano tutti i giorni. Per vincere bisogna inventarsi sempre qualcosa di nuovo e variare molto. La prima volta che ho visto Jannik dal vivo fu a Bologna, nel 2022. Mi impressionò molto per la sua agilità e la mentalità da campione. Sono caratteristiche che lo hanno portato a essere chi è oggi”.
In passato ha raccontato come la sua vicenda doping fu molto dura sotto l’aspetto psicologico.
“Quando capitò a me nel 2001 provai a dimostrare la mia innocenza in ogni modo: contattai uno specialista inglese che analizzò i miei capelli rivelando la quantità di sostanza dopante entrata nel mio corpo; mi recai addirittura negli Stati Uniti sottoponendomi alla macchina della verità, come i criminali. Dimostrai la mia innocenza in ogni maniera, ma nonostante ciò venni sospeso”.
Sul caso Sinner cosa si sente di dire?
“Quello che i tennisti professionisti chiedono in un caso del genere è chiarezza nella decisione. Deve esserci uniformità nel giudizio, indipendentemente dalla classifica e dallo status del giocatore. Non voglio comunque entrare nel merito del caso di Jannik, perché non conosco tutti i dettagli della faccenda. Posso dire che a livello mentale è difficilissimo competere sapendo che c’è una decisione di tale portata in ballo. Non riesci a goderti i momenti, perché sei consapevole che non è tutto a posto”.
A Malaga si ritirerà Rafael Nadal, con il quale ha condiviso tanto sul campo. Gli appassionati italiani ricordano bene la sua prima finale agli Internazionali d’Italia, giocata contro di lei.
“In quella finale Rafa mi fece coprire ogni centimetro del Campo Centrale del Foro Italico. Corsi per tutto lo stadio, per 5 ore e 14 minuti. Mi porto dentro un ricordo meraviglioso, e mi sarebbe piaciuto molto vincere il titolo, sia per la grandezza di Nadal che per onorare la tradizione argentina di campioni del torneo come Gabriela Sabatini e Alberto Mancini. Nadal meritò la vittoria, era già un giocatore migliore e lo ha dimostrato per tutto il resto della sua carriera che tutti conosciamo. Sarà un’emozione essere il capitano della Nazionale argentina nel suo ultimo torneo da professionista. È un altro grande regalo che mi ha fatto il tennis; ci saranno momenti molto toccanti, alla pari di quelli vissuti con il ritiro di Federer e di quelli che un giorno vivremo quando smetterà anche Djokovic”.
Torniamo alla Coppa Davis. Come stanno i suoi giocatori in vista dell’incontro con l’Italia nelle Finals di Malaga?
“Sappiamo bene che il cemento indoor di Malaga non è la superficie ideale per la tipologia dei nostri giocatori, ma ricordo anche che abbiamo battuto 2-1 la Gran Bretagna in condizioni simili. Etcheverry e Cerundolo hanno portato a casa due partite splendide contro due giocatori importanti come Evans e Draper. Questo ci ha dato grande fiducia nella strada per la Final 8, e adesso ci tocca una squadra forte come l’Italia. Gli azzurri hanno grande qualità e ci sono così tanti elementi da poter fare tre squadre competitive. Noi siamo in un percorso simile al loro e spero di avere anche io questa abbondanza nei prossimi anni. Quanto alla sfida, proveremo a vendicare la sconfitta rimediata nella fase a gironi di Bologna nel 2022”.
Che rapporto ha con Filippo Volandri?
“Filippo è anzitutto una grande persona, prima di essere un grande capitano. Una delle sue qualità è sapere esattamente cosa passa nella mente di un tennista, e il suo ruolo non è semplice considerando che deve scegliere tra molti elementi. Credo anche che sia stato molto bravo nel gestire un vero e proprio cambio generazionale azzurro. La sua presenza è molto utile perché trasmette fiducia e tranquillità. Vedere ex giocatori come lui vestire oggi ruoli di grande responsabilità mi rende felice”.
Tra pochi giorni suo fratello Federico giocherà un doppio a livello Challenger con il bomber uruguagio Diego Forlan. Che effetto fa?
“Con Federico parliamo di tutto, calcio compreso, tranne che di tennis. Ci capita giusto una volta ogni tanto, quando ha bisogno di consigli da parte mia. So da un po’ che avrebbe voluto giocare con Forlan e il fatto che accada è positivo sia per il torneo che per tutto il movimento. So che pratica tennis da molto tempo, anche se non lo conosco personalmente. Da grande tifoso del River Plate, lo soffrivo un po’ quando giocava per l’Independiente (ride, n.d.r.). Scherzi a parte, quando si raggiunge un tale livello in uno sport c’è sempre una forte ammirazione in cima agli altri sentimenti. È una buona iniziativa per il tennis e spero che insieme possano andare avanti nel torneo”.
È amico di Lionel Messi e grande fan dell’attuale Nazionale di calcio albiceleste. Quali caratteristiche ruberebbe a quella squadra?
“Messi è uno dei miei vicini di casa, insieme a Gerardo ‘El Tata’ Martino e Gabriel Heinze. Per me le qualità più preziose della nostra Nazionale di calcio sono la fame e l’umiltà. Parliamo di ragazzi che dopo aver vinto un Mondiale hanno mantenuto la stessa voglia di competere per alzare anche la Coppa America. Noi abbiamo dimostrato e dobbiamo continuare a dimostrare di avere gli stessi sentimenti di gratitudine verso la gente che ci supporta. Ammiriamo molto Messi e tutti i suoi compagni per il grande impegno profuso in questi anni e dobbiamo sempre prenderli come esempio. Anche i miei ragazzi hanno dimostrato di avere queste caratteristiche, per esempio nel match della fase a gironi vinto a Manchester contro la Finlandia. Non si dice mai ‘no’ alla Nazionale argentina, bisogna sempre dare il massimo per il nostro Paese.