Doping nel tennis, Djokovic scende in campo dopo i casi Sinner e Swiatek: ecco cosa farà

Il tennista serbo è il fondatore della PTPA, società che ha annunciato assistenza legale pro bono per i tennisti coinvolti in casi doping che non possono affrontare spese importanti. Leggi i dettagli
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Djokovic scende in campo sul tema doping nel tennis. Attraverso la PTPA,(Professional Tennis Players Association) Il tennista serbo offre un servizio pro bono di tutela legale agli atleti coinvolti in casi di doping che non possono affrontare spese importanti. L’ex numero uno al mondo ha fondato questa associazione quasi sei anni fa, insieme con Vacek Pospisil, per difendere e tutelare i diritti dei giocatori. Ieri la PTPA ha lanciato il nuovo programma PTPA ACE: “Un'iniziativa rivoluzionaria che fornisce ai tennisti professionisti che affrontano complesse sfide legali anti-doping e anti-corruzione un supporto gratuito ed esperto tramite i principali studi legali globali King & Spalding LLP e Weil, Gotshal & Manges LLP . Il programma ACE è il primo del suo genere nel tennis, garantendo un accesso equo a competenze legali di livello mondiale, indipendentemente dalla situazione finanziaria e dalle risorse personali di un giocatore”.

Djokovic e le perplessità sul sistema doping dopo i casi Sinner e Swiatek

Djokovic aveva espresso le sue perplessità sul sistema doping nel tennis, parlando proprio dei casi Sinner e Swiatek. Il serbo non aveva messo in dubbio la buona fede di Jannik, ma aveva criticato le falle del sistema, che permetterebbero trattamenti diversi tra chi può affrontare le spese legali e chi no. Le sue dichiarazioni avevano fatto rumore, perché aveva difeso Kyrgios: “Nick ha parlato molto di tutto il caso doping di Jannik - le parole di Novak - e ha ragione sulla trasparenza e l'incoerenza dei protocolli e dei confronti tra i vari casi. Abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai test antidoping e per non aver comunicato la loro posizione, e alcuni giocatori di livello inferiore che aspettano che i loro casi vengano risolti da più di un anno.”

Tara Moore a sostegno dell'iniziativa: "Tutti i giocatori hanno diritto al giusto processo"

L'iniziativa è sostenuta da Tara Moore, tennista britannica che è stata scagionata dalla Corte arbitrale dello sport per una violazione antidoping nel dicembre 2023 dopo una battaglia estenuante durata 19 mesi e una sospensione provvisoria. Durante questo periodo, la PTPA ha lavorato a stretto contatto con Moore e il suo team legale. L'esperienza personale di Moore nel gestire il processo legale dell'ITIA e il costo emotivo e finanziario che ha comportato hanno ispirato la creazione di questo programma pro-bono per assistere i giocatori che affrontano sfide simili. "Tutti i giocatori hanno diritto al giusto processo: vincoli finanziari o mancanza di risorse non dovrebbero mai ostacolare i loro diritti", ha affermato Moore. "La lotta per dimostrare la mia innocenza mi ha lasciato con centinaia di migliaia di dollari di debiti e un'enorme sofferenza emotiva. La mia speranza è che il programma PTPA ACE e questi incredibili team legali garantiscano che nessun giocatore debba affrontare queste sfide da solo, soprattutto nei casi che coinvolgono problemi di integrità. Ogni giocatore merita la possibilità di difendersi senza paura di rovina finanziaria o emotiva".


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