Sinner e il suo primo maestro: "Non sapeva ancora contare i punti quando..."

Andreas Schonegger, primo maestro di tennis di Jannik, ha svelato qualche retroscena sugli inizi della carriera dell'attuale numero uno al mondo
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Jannik Sinner ha deciso di prendersi qualche settimana di riposo per recuperare dopo le fatiche degli Australian Open, dove ha conquistato il terzo titolo Slam della sua carriera battendo in finale Alexander Zverev. Il numero uno al mondo ha deciso di rinunciare alla difesa del trionfo dello scorso anno nell'Atp 500 di Rotterdam per tornare in campo sul cemento di Doha il 17 febbraio. Sempre più saldo in vetta alla classifica Atp, Jannik ha creato un vero e proprio buco tra sé e i suoi inseguitori, confermando di essere il giocatore da battere. Una crescita costante che ha portato l'azzurro dopo tanto lavoro ai piani più alti del circuito maggiore, della quale ha parlato anche il suo primo maestro di tennis, Andreas Schonegger.

Sinner, le parole del suo primo maestro

"Sua mamma mi aveva chiesto di inserirlo in un corso, d'estate. Già allora si vedeva che aveva qualcosa di diverso dagli altri. Ogni giorno stare con lui è un divertimento". Così Andreas Schonegger, primo maestro di tennis di Jannik Sinner, che in una recente intervista ha spiegato: "Quando ha deciso di entrare in un circolo? Suo padre è un bravo giocatore, Jannik a casa ha trovato una racchetta e ha provato. Quando è arrivato non c'erano dubbi che ce l'avrebbe fatta. Aveva già a quell'età, a 4 anni, quel pizzico in più degli altri, non voleva fermarsi. Finiva la sua ora e chiedeva di continuare. Gli dicevo 'Jannik non vai a casa?', e lui rispondeva "No, aspetto mio papà che viene a prendermi e gioco un'altra oretta con lui'. Si vedeva che lui con la testa aveva qualcosa in più. Nei piccoli tornei con i suoi capelli e il berrettino era già un personaggio. Ricordo che non sapeva ancora contare i punti quando vinse la sua prima partita". Cosa prova Schonegger nel vedere Sinner vincere così: "Per noi è un problema quando non gioca, sembra quasi tempo perso. È una cosa bellissima seguirlo tutto l'anno. Il nostro rapporto è familiare, conosco molto bene la famiglia, ho lavorato molto insieme. Quando Jannik viene da noi mi chiama e andiamo a mangiare una pizza. È rimasto come era. Lo ricordo quando è andato via a 13 anni e lo ricordo uguale, Jannik è un personaggio fenomenale. Lui non sbaglia, ha la grinta anche se sta male vince ugualmente, pochi lo possono battere al momento".


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