Un'ombra in campo, un "giudice" senza laurea sui social. Nick Kyrgios continua a emettere verdetti senza filtri e giri di parole. Dopo aver attaccato Jannik Sinner per il caso Clostebol (ormai ampiamente chiarito), l'australiano si è messo difendere a spada tratta il connazionale Max Purcell, squalificato per 18 mesi.
Kyrgios difende l'amico Purcell e non Sinner
Kyrgios, infatti, ha definito “ridicola” la sospensione di Purcell, fermato per trasfusioni di vitamine (500 ml a seduta, ben oltre il limite di 100 ml ogni 12 ore) svolte all'interno di una clinica di Bali. Purcell, pur non positivo a sostanze vietate, ha violato le norme antidoping con negligenza, chiedendo persino di non conservare le ricevute alla struttura sanitaria in Indonesia. Purcell ha collaborato con la giustizia, ottenendo una riduzione della squalifica a 18 mesi. Kyrgios, però, minimizza e accusa l'intero sistema: “Steroidi sì, vitamine no?”. Ancora: “Onestamente, ma quanto è ridicola la sospensione di Purcell? Vitamine? Possiamo davvero giustificarla? Oppure possiamo semplicemente ammettere che l’intero sistema è fallito?”. Uno spartito diverso rispetto a quello riservato a Sinner, definito più volte “dopato” nonostante la positività sia stata attribuita a contaminazioni involontarie, con prove immediate a supporto. Due pesi, due misure: Kyrgios continua a far discutere dentro il recinto dei social network.