Tennis

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Percentuale di prime più alte, serve and volley e maggiori discese a rete le chiavi

Adesso qualche giorno di riposo per staccare la spina e recuperare le energie fisiche e mentali dopo due settimane impegnative a Parigi, poi il via alla stagione sull&rsquo;erba con la sfida che sar&agrave; ancora la stessa della finale del Roland Garros: Alcaraz contro Sinner. Inizier&agrave; a distanza con Jannik che preparer&agrave; Wimbledon giocando ad Halle, dove lo scorso anno ha vinto, mentre Carlos sar&agrave; gi&agrave; a Londra con il torneo del Queen&rsquo;s. All&rsquo;All England

L'azzurro ha disputato un match da leone ma alla fine, oltre gli applausi, c'è solo tanta amarezza per quello che poteva essere e non è stato. Ma c'è da dire qualcosa sul pubblico francese...

Guardate questa immagine, guardatela bene. E ora chiediamoci: &egrave; pi&ugrave; grande l&#39;orgoglio per l&#39;impresa che Sinner ha sfiorato in terra parigina o brucia di pi&ugrave; il rammarico per ci&ograve; che poteva essere e purtroppo non &egrave; stato? Perch&eacute; alla fine la differenza l&#39;hanno fatta dei semplici centimetri. Uno, forse due. Niente di pi&ugrave;. Quella &egrave; stata la differenza tra la gloria e il dispiacere. Ci siamo svegliati tutti pi&ugrave; tristi stamattina tranne Alcaraz (ovviamente), gli spagnoli, i francesi e quella manciata di italiani con la sciarpa di Carlos perch&eacute; &quot;Jannik paga le tasse in Italia&quot;.&nbsp;

<h2>Jannik meritava un altro finale</h2>

La verit&agrave; &egrave; che questa finale brucia da morire. Ed &egrave; una sensazione bruttissima, soprattutto il giorno dopo. Perch&eacute; &egrave; stata una finale epica senza il finale epico che tutti noi meritavamo. Lo meritava Sinner in primis, perch&eacute; tornava dopo un ingiusto purgatorio di tre mesi e se l&#39;&egrave; comunque giocata fino all&#39;ultimo respiro e con le gambe che non lo reggevano quasi pi&ugrave; contro il suo rivale pi&ugrave; forte sulla superficie preferita dallo spagnolo e con un pubblico antisportivo che gli urlava contro (come era la storia dei tifosi italiani agli Internazionali? Applausi a Jannik che gli ha insegnato cosa vuol dire essere dei signori). Lo meritavano Cahill e Vagnozzi per il lavoro che stanno facendo&nbsp;con quel fenomeno dai capelli rossi che rispondeva colpo su colpo ad un avversario che si metteva il dito vicino all&#39;orecchio per aizzare il pubblico. Lo meritava la storia del tennis italiano che uno come Sinner lo ha aspettato per decenni. E noi ci abbiamo creduto quando eravamo avanti di due set. Ma...

<h2>Cinque ore e mezza e a decidere &egrave; stato un centimetro</h2>

... Ma alla fine ha vinto l&#39;altro fenomeno. E non possiamo dire che non se lo sia meritato. Perch&eacute; anche Carlos ha fatto una partita da mostro. Lo sapevamo che uno come lui non perde al Roland Garros in tre set. Tutti eravamo sicuri che avanti 2-0 la finale sarebbe stata ancora apertissima. E cos&igrave; &egrave; stato fino a quel maledetto 5-3, 0-40 del quarto set. L&igrave; la storia poteva davvero cambiare. Carlos era alle corde, non tirava pi&ugrave; come sempre, rimetteva dall&#39;altra parte e basta. E qui entra in gioco la storia del centimetri. Palla nel corridoio di un centimetro, poi palla oltre la linea di fondo per un centimetro. Poi ancora un errore. 40-40. Ed &egrave; l&#39;ennesimo switch mentale di una partita che diventa una sfida di scacchi. Il talento non c&#39;entra, in scena c&#39;&egrave; solo la testa. Jannik spreca i match point, perde il servizio successivo, perde il tie-break. E si va al quinto. Sembra una mattanza con Carlos che prende subito un break.

&quot;Non ce la fa pi&ugrave;, &egrave; finita&quot;. Lo pensiamo tutti tranne Jannik. Lui &egrave; il numero uno al mondo e lo dimostra. Si tiene in scia e strappa il servizio ad Alcaraz quando lo spagnolo serviva per il torneo. Eravamo 5-4 al quinto per lui, ci ritroviamo 6-5 per noi. Ora &egrave; il toro spagnolo a dover tenere il servizio e il mindgame gira a favore di Sinner. Il pubblico non urla pi&ugrave;. Lo ha ammutolito Jannik. I francesi hanno paura pi&ugrave; di Carlos. Si arriva ai vantaggi e Jannik torna vicinissimo alla vittoria (due punti, due maledettissimi punti). Forse la coppa &egrave; pi&ugrave; vicina ora di quei tre match point. Alcaraz si salva con il servizio e va al super tie-break. L&igrave; Jan non ne aveva pi&ugrave; e perde la finale pi&ugrave; lunga del Roland Garros.

<h2>Cosa ci ha insegnato la finale persa da Sinner al Roland Garros</h2>

Ma cosa ci insegna questa finale? Tre cose:&nbsp;

1) Il divario tra Jannik e Carlos a parit&agrave; di stato di forma si &egrave; assottigliato. Alcaraz al top della condizione sembrava ancora pi&ugrave; forte dell&#39;italiano. La sensazione netta dopo la maratona di ieri (sulla superficie preferita di Carlos, ribadiamolo) &egrave; che questo racconto stia pian piano perdendo di credibilit&agrave;.

2) Il servizio. Jan lo ha migliorato ma le percentuali di prime palle nei momenti cardine sono ancora il suo tallone d&#39;Achille. Il servizio lo ha abbandonato nel momento del bisogno e in questo Carlos gli &egrave; stato superiore. Poco da dire.&nbsp;

3) Le scelte a rete, c&#39;&egrave; ancora confusione. Sinner da fondocampo &egrave; un palleggiatore senza eguali e ha migliorato in tantissimi aspetti ma ci sono stati dei passaggi ieri dove la discesa a rete era naturale e l&igrave; a volte &egrave; andato in confusione. Un altro aspetto da migliorare.&nbsp;

Per il resto solo applausi misti a tanta, tantissima rabbia per quello che poteva essere e non &egrave; stato. Per una questione di centimetri, appunto.&nbsp;&nbsp;

PS: Tra le mossette di Spike Lee (col cappello con le mazze da baseball nel tempio del tennis, vabb&eacute;) e le urla sguaiate del cafonissimo Odell Beckham Jr., onore a Dustin Hoffman, l&#39;unico spettatore vip ieri al Roland Garros che ha fatto la figura da vero signore. Oltre a Stefan Edberg, ma lui non fa testo...&nbsp;

Sinner e il giorno dopo: è più forte il rimpianto dell'orgoglio. Cosa ci ha insegnato la finale con Alcaraz

Il numero uno tel tennis italiano dopo la finale persa da Jannik al Roland Garros contro Alcaraz: "Non ho dormito, ho rivisto 600 volte quei tre match point. Questo sport sa essere maledetto!"

&quot;Sono distrutto, non ho dormito, ieri sera mi sono rivisto 650 volte quei 3 match point. E&#39; stato drammatico, un romanzo da incubo. Il tennis, a volte, sa essere uno sport maledetto&quot;. Lo ha detto, ai microfoni di Rai Radio1, a &quot;Un Giorno da Pecora&quot;, il presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi. &quot;Ho scritto un messaggino a Sinner dopo il match? S&igrave;, gli ho ricordato che in Coppa Davis nel 2023 era successo il contrario: Djokovic aveva avuto tre palle per vincere e invece lui &egrave; riuscito a fare quello che Alcaraz ha fatto ieri contro di lui. Cosa mi ha risposto? &Egrave; un ragazzo di poche parole&quot;, ha aggiunto il numero uno della Fitp. &quot;&Egrave; stata una tragedia. Dopo il ko sono andato a cena con i vicepresidenti federali e sembrava un funerale. Come ha detto Jannik, abbiamo passato tutti una notte in bianco. E&rsquo; stata comunque una giornata storica, capita una volta nella vita di vedere una partita del genere. &Egrave; stato un match fenomenale tra due campioni irripetibili che si &egrave; concluso come un romanzo drammatico, purtroppo per noi. Vedere Alcaraz alzare la coppa? E&#39; stato un dramma. Perch&eacute; i tifosi francesi hanno tifato molto per Carlos? Hanno visto spesso vincere Nadal ed &egrave; normale che il suo erede abbia il pubblico dalla sua parte. Cosa ha deciso il match? Jannik ha avuto numerose occasioni per chiudere la finale e non c&#39;&egrave; riuscito&quot;.

<h2>La dura frecciata di Binaghi alle tv: &quot;La Nazionale in chiaro e Jannik no? &Egrave; una vergogna!&quot;</h2>

Binaghi parla poi del successo degli ascolti tv per la partita in chiaro lasciandosi andare ad una polemica con tanto di paragone calcistico: &quot;Pi&ugrave; di 10 milioni di italiani ieri hanno potuto godere dello spettacolo di questa finale. E c&#39;&egrave; chi voleva lasciare la visione ad appannaggio di chi pu&ograve; permettersi un abbonamento pay. E poi in chiaro facciamo vedere la tragedia della Nazionale di calcio. Ma vi sembra una cosa giusta?&quot;, ha concluso Binaghi. &quot;Jannik fa risultati e audience nettamente superiori rispetto alla Nazionale di calcio. Per me devono andare in chiaro le partite di Sinner dalla semifinale in poi di ogni torneo, come avviene in Spagna. Se Jannik lo hanno visto in chiaro &egrave; solo per una gentile concessione di Discovery che abbiamo molto apprezzato. In questo momento se dovesse succedere che Jannik arrivasse in finale a Wimbledon, come accaduto lo scorso anno a Paolini, la vedrebbero solo i ricchi. &Egrave; una vergogna!&quot;.&nbsp;

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