Sempre più forte, sempre più numero uno. Il Six Kings Slam è un’esibizione (milionaria), non assegna punti Atp e gli incontri non sono ufficiali, ma Jannik Sinner ne è uscito (molto) rafforzato. Djokovic e Alcaraz sono atleti iper competitivi e, come ben dimostrato nei match di Riyad, hanno lottato esaltando la dote dei grandi campioni: il rifiuto della sconfitta. In più (o, forse, soprattutto) il montepremi da capogiro, che ha messo in palio 6 milioni di dollari per il trionfatore, è stata una motivazione importante anche per i paperoni del tennis mondiale. Sinner si presenta dunque al gran finale di stagione con una dose extra di fiducia: sconfiggere Alcaraz, mai battuto nel 2024 (3 sconfitte su 3), in un match vero può essere molto più importante di quanto non possa sembrare; continuare a non perdere (quasi) mai altrettanto. Una settimana di risposo e poi si parte verso Parigi-Bercy per l’ultimo Masters 1000 della stagione. Quindi le Nitto Atp Finals di Torino e la Coppa Davis a Malaga.
Il ranking
Jannik è attualmente in testa alla classifica Atp con 11.920 punti, ben 4.800 più Carlos Alcaraz secondo. Sommando i punti di Djokovic e Medvedev (11.740), numero 4 e 5 Atp, non si arriva a quando ottenuto da Sinner negli ultimi 12 mesi. L’azzurro dovrà difendere, nelle settimane finali, 1.590 punti conquistati alla fine del 2023 e così suddivisi: 500 Vienna, 90 Parigi-Bercy, 1000 Finals. Mettere fieno in cascina tra Bercy e Finals può essere importante per due ragioni: da un lato accumulare punti in caso di una possibile squalifica, seppur minima, in arrivo da Losanna, e non perdere così classifica al rientro; dall’altra iniziare il 2025 con più tranquillità nonostante le tante vittorie da difendere nei primi mesi della nuova stagione (2.500 punti tra Australian Open e Rotterdam).