Sette titoli vinti su otto finali disputate, con due successi Slam e tre nei Masters 1000, oltre a una percentuale di vittorie superiore al 91% che fa capire quale sia stato il suo dominio e la costanza di risultati nel corso dell’intera annata. Sul fatto che il 2024 di Jannik Sinner possa rientrare nel gruppo delle migliori stagioni dall’inizio dell’Era Open non ci sono grossi dubbi. Eppure, c’è un dato negativo che rischia di mettere in discussione la sua reale superiorità su tutti i rivali, e in particolare sul suo primo inseguitore in classifica. Perché Carlos Alcaraz, pur non avendo vinto tanto quanto l’altoatesino, si è aggiudicato i titoli di Indian Wells, Roland Garros, Wimbledon e Pechino, riuscendo a superare Jannik in tre di questi quattro tornei, nelle uniche occasioni in cui i due avversari si sono affrontati quest’anno. Ma il 3-0 dello spagnolo negli scontri diretti con l’azzurro indica una tendenza ben chiara, oppure potrebbe essere abbastanza casuale?
Storia
La situazione che riguarda Sinner e Alcaraz non è certamente nuova nella storia del tennis. Dal 1973, anno dell’introduzione delle classifiche mondiali computerizzate, è già successo in sette occasioni che il numero 1 ATP di fine stagione abbia perso almeno l’80% dei match disputati contro un altro tennista (indipendentemente dalla classifica di quest’ultimo), avendolo affrontato almeno tre volte nel corso dell’anno. I casi più eclatanti sono quelli del 1982, in cui Ivan Lendl vinse tutti e quattro i match giocati contro il numero 1 John McEnroe, e del 2017, con il 4-0 di Roger Federer sul leader ATP Rafael Nadal. Poi ci sono stati i 3-0 sempre di Lendl su McEnroe (1981), di Boris Becker su Jim Courier (1992) e di Rainer Schuettler su Andy Roddick (2003); infine, i 4-1 di Pete Sampras di Andre Agassi (1999) e di Carlos Moya su Lleyton Hewitt (2002). In sostanza, se non cambiassero le cose da qui alla fine dell’anno, Sinner andrebbe ad allargare a otto casi questa lista di head to head negativi del numero 1 all’interno di una singola annata.
Differenze
Non è così raro, dunque, che un tennista possa soffrire in maniera particolare il gioco di un determinato avversario, pur essendo migliore di lui in termini assoluti. Ma tra Sinner e Alcaraz le cose sembrano essersi combinate in maniera abbastanza casuale, ampliando eccessivamente le distanze tra i due sia dal punto di vista dei risultati complessivi (in favore di Jannik) che nei confronti diretti (dalla parte di Carlos). Negli head to head relativi a tutti e sette i casi del passato le distanze tra i tennisti coinvolti erano state molto più marcate, con al massimo un confronto diretto terminato al set decisivo; tra Sinner e Alcaraz, invece, tutti i match del 2024 sono terminati al parziale conclusivo. Nelle precedenti situazioni, il numero 1 che aveva concluso l’anno con uno score negativo negli scontri diretti, non aveva mai davvero dominato la stagione: nessuno aveva mai raggiunto il 90% di vittorie complessive e nemmeno era riuscito a giocare almeno i quarti di finale in tutti gli Slam; come sappiamo, Jannik ha fatto entrambe le cose.
Questione di continuità
E allora, come possono essere spiegati i numeri straordinari di Sinner e il fatto che abbia perso tutti i match contro Alcaraz? Probabilmente, la maggiore continuità avuta dall’altoatesino è una delle motivazioni. Avendo giocato costantemente ad un livello molto alto, Jannik è quasi sempre arrivato in fondo ai tornei, cosa che Carlos non è riuscito a fare; lo spagnolo ha però sempre potuto giocare gli scontri diretti nei suoi migliori momenti, evitandoli quando era più in difficoltà e veniva sconfitto nei primi turni. Dall’altra parte, anche la distanza in classifica tra i due è forse più ampia di quanto non dovrebbe essere: da questo punto di vista hanno avuto una certa rilevanza le Olimpiadi, che l’azzurro è stato costretto a saltare, potendo però prepararsi in anticipo per la stagione sul cemento nordamericano; mentre Alcaraz, che a Parigi ha vinto la medaglia d’argento, non solo non ha ottenuto punti in quel torneo, ma ne ha poi persi anche altri essendosi preso una pausa (quasi obbligata) durante il Masters 1000 del Canada.
Altalena
Del resto, che lo score del 2024 nelle sfide tra l’italiano e lo spagnolo possa essere abbastanza causale, è confermato anche dall’andamento altalenante che c’è sempre stato nei loro confronti diretti nel corso degli anni. Fino alla fine del 2023, c’erano sempre state due vittorie consecutive da una parte e dall’altra. Inoltre, non bisogna dimenticare che lo stesso Sinner aveva avuto un record positivo (2-1) contro Alcaraz nel 2022, ossia nell’anno in cui il tennista iberico aveva terminato al numero 1. Oltre al fatto che, seppur in un match non ufficiale, Jannik ha sconfitto il suo avversario nell’incontro del Six Kings Slam, in cui entrambi hanno dato l’impressione di aver giocato con la massima concentrazione. Insomma, Alcaraz è stato bravissimo a sfruttare tutte le sue occasioni, battendo per tre volte un rivale che quest’anno ha dimostrato di essere praticamente inavvicinabile per tutti gli altri. Ma l’impressione è che non si sia ancora creata nessuna reale tendenza favorevole allo spagnolo e le cose potrebbero cambiare in fretta.