Jannik Sinner non ce la fa più. Lui non lo dice, è troppo serio, elegante e rispettoso del lavoro altrui per farlo, ma si vede. Si intuisce. Si percepisce. Perché quando sei il numero uno al mondo, vinci praticamente tutte le partite, sei un simbolo nazionale e internazionale, vedere il tuo nome associato al doping non è facile. Soprattutto se non solo non ti sei mai dopato, ma ti sei anche messo, più volte, a disposizione, per chiarire tutto. Eppure, forse perché vince troppo e sempre con apparente facilità, Sinner è costretto a difendersi da articoli che insinuano di tutto e praticamente ogni volta che parla deve rispondere a domande in merito. Ad aprile il Tas deciderà sul ricorso Wada ed è chiaro che è una spada di Damocle: Sinner potrebbe essere ancora assolto, come successo in "primo grado" oppure potrebbe essere squalificato per uno o due anni. Non perché dopato, e questo qualcuno tende a dimenticarlo, ma perché ritenuto responsabile di presunta negligenza dei suoi ex collaboratori in merito al caso Clostebol. A precisa domanda, in conferenza stampa a Melbourne, il campione azzurro ha detto: "Continuo a giocare così perché ho le idee chiare su cosa è successo. Se sapessi di essere colpevole, non giocherei così. Punto. Per ora voglio godermi solo questo momento". A buon intenditor poche parole.
Sinner in conferenza stampa dopo la vittoria contro Zverev, cosa ha detto
Non solo caso doping, però. Sinner ha parlato anche dei suoi obiettivi: "Roland Garros e Wimbledon? Ci penso sempre. Devi essere un giocatore completo, non solo su una superficie. L'anno scorso non è andata male su terra e erba. Posso fare meglio, sicuramente". Intanto però la crescita è continua, costante e anche Jannik, sempre molto misurato, lo ammette: "È stata una prestazione incredibile da parte mia, mi sento come se avessi servito molto bene fin dall'inizio della partita. Nel secondo set sono stato forse un po' fortunato nel tie-break ma, tenendo conto di tutti i fattori, penso di aver fatto ancora una volta un cammino incredibile qui in Australia. Sono molto felice di condividere tutto questo con la mia squadra e la mia famiglia, le persone che amo". Tra cui Darren Cahill, che Sinner vorrebbe tenere con sé ancora a lungo. Se in campo aveva detto che avrebbe provato a convincerlo a restare con lui, in conferenza spiega: "Sarà molto difficile (sorride, ndr). Cahill è una persona molto onesta e sincera. Per essere un buon allenatore con molti giocatori diversi, devi capire il giocatore e devi entrare nelle sue corde, capire cosa gli piace e cosa non gli piace. A lui sono bastate alcune settimane per entrare in sintonia con me. Una cosa che mi piace molto di lui è che è molto umile. Si adatta molto bene alla squadra. Ho cercato anche di fare un buon risultato per lui qui, perché è australiano ed è il suo Slam di casa da allenatore. Anche Vagnozzi sta facendo cose incredibili: mi ha cambiato come giocatore, mi ha dato tanta fiducia nel fatto che posso fare cose diverse. Penso che siano una combinazione incredibile come allenatori e persone. L’allenatore è importante in campo ma soprattutto fuori dal campo: loro sono molto, molto bravi in questo. Sono stato molto fortunato a trovarli“.
Jannik e le parole da brividi per il fratello, poi il paragone con Djokovic
Sinner, che ha risposto in conferenza sia in inglese sia in italiano, ha parlato anche dell'abbraccio al fratello dopo la vittoria: "Mio fratello è il mio migliore amico, perché nessuno ti conosce meglio di lui. Gli parlo spesso dei miei problemi e di quello che sento, è una persona eccezionale e sa da dove veniamo: una famiglia normale, sa come ho vissuto da bambino e averlo qui è stata forse la cosa più bella del torneo“. Bello, infine, è il paragone che Zverev ha fatto tra Jannik e Djokovic: "Sascha è un giocatore incredibile, è solido e mentalmente forte, è difficile giocare contro di lui. L’ho visto giù, ma gli volevo fare capire che noi siamo tennisti e andiamo negli stessi tornei, come quando siamo a scuola: siamo compagni, un aiuto da un altro giocatore può dare una mano anche se in quel momento è piccolo perché stai vivendo una situazione difficile. Saremo tutti felici se vincerà uno Slam perché si allena tanto. Il paragone con Nole? Questo è un complimento incredibile da parte di Zverev. Penso che ognuno sia diverso, ma ovviamente ho alcune somiglianze con lo stile di gioco di Novak. Credo ancora che quando lui è al meglio sia molto, molto, molto difficile da battere. Per lo stile di gioco mi sono ispirato a lui, cercando di capire cosa fa, come gestisce i momenti di pressione e quelli importanti. Le somiglianze sono la capacità nel colpire la palla in modo abbastanza pulito dalla linea di fondo, di avere un buon movimento, di capire un po’ dove il tuo avversario gioca la palla. Lavoro per migliorare come giocatore perché sento di poter ancora migliorare in alcune cose". Quello interessa a Sinner, con la speranza che il caso doping, presto, sia solo un ricordo.