La nostalgia iniziava a mostrare i suoi primi segni, ma Ryu Ga Gotoku Studio ci pensa a spazzarla subito via con Lost Judgment. Tak e compagnia bella mancavano dal 2018, da quell’ultimo calcio nel sedere a quelli della Yakuza. Il ritorno sulla scena ripropone gli stessi elementi base del gameplay, anche se non mancano delle sane iniezioni di novità. Ad iniziare dalle sequenze d’infiltrazione, dove l’avvocato/detective Yagami dimostra di aver fatto - in questi 3 anni - numerosi esercizi di parkour e appreso l’arte mistica dei passi silenziosi. I momenti di investigazione possono, ora, contare sui nuovi gadget a supporto delle missioni. Cambiano le finalità, anche se le logiche di gameplay restano identiche tra loro.
Il grande salto di qualità lo troviamo nei famosi mini-game, che in questo nuovo capitolo della serie rubano la scena in diverse occasioni. E meno male che questo succede sempre nel momento giusto. Per lavoro – ma anche per diletto – l’incorreggibile Tak dovrà rimboccarsi le maniche e cimentarsi in gare di ballo, battaglie con robot, gare motociclistiche, incontri di boxe, club fotografici e molto altro ancora. Tutto questo servirà per uno scopo nobile, ancora una volta legato ad un mistero crime-noir da svelare.
Il cast del primo episodio viene riconfermato in toto, con la comparsa di nuovi personaggi legati agli accadimenti in gioco. La Yakuza, anche se presente, perde quella sua centralità che l’ha vista protagonista in Judgment, quasi a dimostrazione di una sua indipendenza dalla serie madre. Il ritmo del gameplay segue lo stesso andamento di quello visto nel 2018, con momenti e fasi di gioco ben distinte tra loro e che vedono come “hub” l’esplorazione del contesto urbano in cerca di missioni principali e secondarie. Il grande escluso resta il comparto grafico che, salvo dei rinnovati effetti di luce, non riesce a rendere onore ai 4K/60fps. Su questo aspetto si deve ancora lavorare.