Pagina 2 | Velasco esclusivo: "Volley, rugby e il calcio noioso: vi dico tutto"
È per questo che ha voluto organizzare uno stage vicino Bologna in occasione della final four con le migliori dell’A2?
«Non solo. Intanto, è ovvio che in questo gruppo non potranno esserci le ragazze che giocheranno la finale della Coppa Italia di A2. Bisogna essere coerenti: quando dissi alle ragazze che se non avessero giocato titolari - anche in A2 - non le avrei chiamate in Nazionale, poi me ne devo occupare, seguire, vederle, magari incontrandole di persona. Dare un senso alla loro scelta, altrimenti qualsiasi altra indicazione in futuro non verrebbe considerata credibile. Non mi invento nulla di nuovo: è successo anche con Romanò al maschile quando giocava titolare in A2 per poi finire a fare l’opposto titolare in Nazionale. Senza dimenticare che nei prossimi anni ci sarà anche bisogno di una base di scelta più ampia per costruire la Nazionale B, quella che parteciperà alle Universiadi di questa estate e ai Mediterranei dell’anno prossimo. Per questo voglio seguirle bene e capire chi si merita di stare nel gruppo».
Tornando alla Coppa Italia, nella prima semifinale Conegliano sembra favorita su Novara, giusto?
«Di scontato nello sport e nella pallavolo non c’è mai niente. Tantomeno in una partita secca. Le indicazioni che arrivano dal campionato sembrano quelle. L’Imoco ha indubbiamente una rosa più completa, ma Novara sta facendo bene...».
E nell’altra tra Scandicci e Milano, con Antropova ed Egonu che sembra abbiano invertito i rispettivi stati di forma rispetto a inizio stagione con Ekaterina giù e Paola su?
«Bisogna capire bene la situazione. Perché è un elemento che può fare la differenza. Egonu ha avuto problemi all’inizio mentre Antropova è andata fortissimo e ci può stare che ora abbia un calo di rendimento dopo l’estate in Nazionale e le tante partite che ha giocato da settembre a oggi».
È un problema di tutto lo sport: si gioca troppo. Ma qualcuno pensa alla salute degli atleti?
«Il dato di fatto è oggettivo e ho come l’impressione che su quello ci sia poco da fare, in ogni specialità. Però penso si possano gestire meglio le energie delle atlete. In certe partite si potrebbe e dovrebbe scegliere di far riposare le ragazze. Non lottano tutte per non retrocedere. Anche questo, ad esempio, Conegliano lo sa fare meglio. È vero che ha la rosa più completa ma la gestisce meglio. Capitava anche a me quando allenavo Modena. E in certi periodi della stagione davo due giorni di riposo invece che uno. Perché nella pallavolo, a differenza del calcio, ad esempio, la fatica non è solo una questione fisica ma è fondamentalmente nervosa, mentale. Proprio partendo da questo presupposto quest’estate in Nazionale darò molto più riposo».