Juventus-Napoli, attacco a confronto: vota il più forte

Viaggio nella supersfida scudetto, reparto per reparto
Vladimiro Cotugno
13 min

ROMA - Un viaggio in tre puntate sulla supersfida scudetto di sabato sera, quando Juve e Napoli si giocheranno il campionato faccia a faccia: anticipiamo il confronto dello Juventus Stadium mettendo di fronte, reparto per reparto, le due contendenti al titolo. Dopo aver valutato difesa e centrocampo delle due sfidanti, è il turno dell'attacco: anche qui è Allegri ad avere le maggiori difficoltà perché nell'infermeria affollata di Vinovo dieci giorni fa ha rifatto capolino Mandzukic, che stava trascinando i bianconeri a suon di gol e grandi prestazioni risultando la spalla migliore di Dybala nel momento di appannamento di Morata. Per sostituire il croato, che rischia di saltare anche l'andata di Champions con il Bayern, al fianco della Joya dovrebbe esserci proprio Morata, con Zaza pronto a subentrargli dopo aver smaltito la squalifica. Dall'altra parte Sarri non ha problemi o dubbi: davanti gioca l'intoccabile trio delle meraviglie Insigne-Higuain-Callejon, in forma smagliante, per Mertens e Gabbiadini si parte dalla panchina ma soprattutto il belga potrebbe trovare spazio a gara in corso.

VOTA LA SFIDA SCUDETTO, RUOLO PER RUOLO

1ª PUNTATA: JUVE-NAPOLI, DIFESE A CONFRONTO

2ª PUNTATA: JUVE-NAPOLI, CENTROCAMPO A CONFRONTO

 

ATTACCHI A CONFRONTO

CUADRADO, LO SPACCAPARTITE - L'oggetto irraggiungibile del desiderio di Conte, quando il ct della Nazionale allenava i bianconeri, è stato il protagonista della cavalcata record della Juve di quest'anno: suo il gol che decide il derby al 93' e che dà il via alle quattordici vittorie consecutive e sua l'azione che porta all'autorete del Genoa per la vittoria numero 13 che ha permesso a questa Juventus di battere il record della precedente, guidata proprio da Conte. È l'arma di Allegri per creare scompiglio nelle difese avversarie vista la sua facilità nel saltare l'uomo nell'uno contro uno, dall'inizio o a gara in corso quando la sua velocità diventa devastante. Tre gol finora, Cuadrado può essere l'uomo che fa la differenza anche in questa sfida, in attesa di conoscere il suo futuro quando a giugno la Juve dovrà decidere se riscattarlo o meno.

DA MOURINHO A SARRI, PUPILLO CALLEJON - Ventinove anni appena compiuti e un regalo possibilmente da tre punti da scartare alla fine dei 90 minuti di Torino: José Maria Callejon ha stregato prima Mourinho al Real, poi Benitez al Napoli e da quest'anno ha conquistato anche Sarri che ne ha fatto un titolare inamovibile nel suo tridente offensivo. È l'equilibratore della fascia destra, un'eccellenza dal punto di vista tattico, capace di interpretare al meglio il ruolo di esterno di centrocampo e di ala pronta a infilarsi in area alle spalle della difesa avversaria. Già dieci gol in stagione, bomber di coppa del club azzurro, è un giocatore «al quale non è possibile rinunciare», come ha ammesso proprio il tecnico toscano.

JUVE-NAPOLI, DA PLATINI-MARADONA A PECHINO di Alessandro Aliberti

DYBALA, TODA LA JOYA DELLA JUVE - Avrebbe potuto giocare fianco a fianco con Higuain, formando una coppia da sogno: il destino (o il calciomercato) ha deciso diversamente, facendo della Joya l'erede di Carlos Tevez. Un inizio complicato, fatto di tante panchine e presenze a singhiozzo, per completare una necessaria evoluzione tattica che Allegri ha imposto al talento argentino trasformandolo da centravanti a punto di riferimento di tutta la manovra offensiva bianconera.

Dybala ha saputo reagire da campione alle difficoltà e lavorando con umiltà si è imposto nelle gerarchie spietate della Juve fino a diventare intoccabile: trentatrè partite stagionali con 16 gol all'attivo (di cui uno proprio al Napoli nella partita d'andata) e un futuro già scritto da fuoriclasse assoluto che incanta tutta Europa, Barcellona compreso. Il suo cartellino, costato 40 milioni di euro alle casse del club bianconero, già vale il doppio: se a Torino riusciranno a resistere alle offerte da capogiro che dalla Premier alla Liga piomberanno sui tavoli di Vinovo da giugno in poi, Dybala diventerà senza dubbio il simbolo della Juventus vincente dei prossimi anni.

INSIGNE, DA SCUGNIZZO A CAMPIONE - Mandato a scuola d'attacco dal maestro Zeman negli anni formativi, il Napoli ha lasciato partire un diamante grezzo e si è ritrovato tra le mani, dopo due anni tra Foggia e Pescara, una gemma inestimabile forgiata dalle mani del tecnico boemo: partito scugnizzo, tornato Lorenzo il Magnifico per prendere per mano la sua squadra del cuore e farla sognare a colpi di magie.

Questa stagione, sotto la guida illuminata di Sarri, Insigne è definitivamente esploso: unico attaccante d'Europa ad aver raggiunto già la doppia cifra (10-10) nel computo dei gol e degli assist, può diventare uno degli eroi di uno scudetto epico e trascinare anche l'azzurro della Nazionale nel prossimo Europeo, se riuscirà a convincere Conte a riconvocarlo dopo il caso scoppiato a Coverciano a ottobre dell'anno scorso quando l'attaccante lasciò il ritiro per un fastidio al ginocchio operato pochi mesi prima. Lo staff medico della Nazionale diede l'ok, ma da allora il ct non ha più inserito il suo nome nella lista dei convocati nonostante lo stesso Insigne abbia mandato più volte messaggi d'amore per l'azzurro Nazionale.

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LA JUVE VUOLE UN GOL PER TORNARE 'INNA-MORATA' - Alvaro aveva lasciato la Juventus alla fine della stagione scorsa da eroe, con il suo filotto di gol consecutivi in Champions League fino alla finale di Berlino: quest'anno ad un inizio ottimo in Europa ha fatto seguito una serie di passaggi a vuoto, complice la partenza del 'mentore' Llorente, una crisi sentimentale e una serie di infortuni in nazionale e col club, hanno tolto allo spagnolo il distintivo di prima scelta dell'attacco. Negli ultimi tempi Morata ha però dato segnali di risveglio dal lungo letargo senza reti (partito a inizio ottobre), con due doppiette a Inter e Chievo, e il ko di Mandzukic gli toglie ogni concorrenza per il ruolo di prima punta nella sfida scudetto di sabato sera: un gol da tre punti al Napoli, il primo agli azzurri, sarebbe la svolta della sua stagione, forse l'ultima in bianconero se il Real Madrid dovesse decidere di riportarlo alla casa madre nonostante il desiderio della Juve di trattenerlo.

HIGUAIN - Solo un argentino può trascinare il Napoli al titolo di Campione d'Italia: a dirlo è la storia e mai come questa volta, mai come quest'anno, tutto sembra essere perfetto per far rivivere di nuovo il sogno tricolore al popolo partenopeo. Dal 10 di Maradona al 9 di Higuain è un passo lungo 24 giornate e 26 anni: 24 come i gol del Pipita in campionato, un timbro a partita sulle pratiche scudetto, 26 come gli anni che allontanano l'ultimo trionfo azzurro da questa stagione e come gli anni dell'argentino quando fece le valigie da Madrid per sbarcare alle pendici del Vesuvio. Sarri lo ha convinto a restare, a lavorare su se stesso, a dimagrire e migliorare, conferendogli il titolo di «più forte centravanti del mondo»: Higuain lo sta ripagando con la sua stagione forse più bella della carriera, che lo vede in piena corsa per vincere la Scarpa d'Oro davanti a nomi come Ibrahimovic, Suarez, Cristiano Ronaldo, Lewandowski, Neymar. Trasforma ogni pallone in oro, tiranneggia nelle aree avversarie, il suo gol sembra inevitabile nonostante ogni tentativo di arginarlo: il Pipita può essere l'uomo del destino per riportare lo Scudetto a Napoli, passando per Torino.

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