Roma a sorpresa: per Azmoun è successo tutto in una notte. Il retroscena

Niente Zapata, l'attaccante iraniano è già sbarcato in città per dare una svolta alla sua carriera e dare una mano a Mourinho
Jacopo Aliprandi e Chiara Zucchelli
5 min

Tutto in una notte. O poco più. Il mercato della Roma, tra mercoledì sera e giovedì mattina, è cambiato. Si è rivoluzionato. Perché in attesa di capire se davvero, a fine mese, il Chelsea dovesse aprire al prestito di Lukaku, che era e resta il sogno di tifosi e allenatore, il gm Tiago Pinto ha rotto gli indugi: ha chiuso la trattativa con l’Atalanta per Zapata, anche se i bergamaschi avevano accettato l’offerta da dieci milioni tra parte fissa (circa la metà) e bonus e ha chiuso, ma nel senso opposto, quella con il Bayer Leverkusen per Sardar Azmoun. Il giocatore, 28 anni compiuti lo scorso gennaio, è così arrivato a Roma in serata: sbarcato qualche minuto prima delle 21 a Ciampino, con un volo proveniente da Colonia, oggi sosterrà le visite mediche. Non un dettaglio: Azmoun è un giocatore di talento, che in passato piaceva a Milan, Napoli, Lazio e al Tottenham dello stesso Mourinho, ma in Bundesliga ha sofferto tanto - troppo - di noie muscolari. E anche adesso non sta bene, per via di un problema al polpaccio che lo terrà fermo almeno fino a dopo la sosta.  

Roma, Azmoun è già in città 

Pantaloni bianchi e maglia rossa, è stato accolto da una ventina di tifosi e lui a tutti ha firmato autografi e con tutti ha fatto foto. Sorridente, quasi incredulo perché sognava da tempo la Serie A ma non pensava che il treno potesse passare in questa estate trascorsa più in infermeria che in campo. Oggi, alle 14, a Trigoria parlerà Mourinho e magari chiarirà i dettagli del suo arrivo. I due hanno avuto modo di confrontarsi in videochiamata qualche giorno fa e Azmoun ha confermato a lui, come a chi gli sta accanto, tutta la sua felicità per questa nuova avventura formalizzata in prestito con diritto di riscatto a una cifra superiore ai 10 milioni.  

Roma, addio a Zapata 

Niente Atalanta, quindi, niente Zapata, nonostante nella notte il club bergamasco avesse riaperto la porta alla Roma. Anzi, l’aveva spalancata, visto che Pinto era stato informato che l’offerta da 10 milioni era stata accettata. Ma lui aveva preso un’altra strada. Affascinante da una parte, perché sul talento di Azmoun nessuno discute, a partire da Mourinho, e rischiosa dall’altra: sulle sue condizioni fisiche le incognite ci sono e non sono poche.  

Azmoun, tra calcio e vita 

Se starà bene, però, il talento iraniano, amante dei cavalli e della natura può dare il suo contributo a un attacco alla disperata ricerca di gol. Ragazzo sensibile, che quando torna a casa (in Iran) a volte va a dormire in una stalla per ricordarsi da dove è partito, aveva iniziato, come il padre con la pallavolo. Anche perché più di qualcuno gli aveva detto che con il calcio non era portato. Ma lui aveva altre idee e per questo, quando ha potuto, ha lasciato l’Iran per volare in Russia. «Sono felice», disse appena sbarcato e lo stesso ha ribadito ieri con un sorriso enorme. Non ha avuto lo stesso sorriso in Germania: l’anno scorso ha segnato quattro gol appena. Veloce, tecnico, destro, 28 anni, ama giocare con un’altra punta. Lui e Dzyuba, in tre stagioni allo Zenit, hanno vinto tre campionati russi, una Coppa e due Supercoppe. Nel 2020 è stato il capocannoniere della Russian Premier League con 17 reti e sembrava destinato a brillare ovunque. La sua stella, invece, si è spenta. Non il suo impegno: si è speso a favore delle donne iraniane e per questo è stato bello vederlo stringere la mano a una sua connazionale in partenza che lo ha aspettato all’arrivo a Ciampino. 


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