Martial, il Monaco cresce un altro Henry

È un attaccante, ha diciotto anni e ha iniziato a giocare nell’Olympique Lione. E’ stato acquistato dal club di Ranieri nella scorsa estate per cinque milioni di euro. Ha segnato due gol in Ligue 1 e ha un contratto fino al 2018. In Francia lo considerano l’erede di Henry
Stefano Chioffi
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ROMA - Il mago è Ibrahimovic: nessuno riesce a incidere quanto Zlatan nei cinque campionati più importanti in Europa. Ha segnato 23 gol in Ligue 1 e ha firmato 11 assist, uno dei quali sabato sera contro il Bastia (3-0) con un colpo di tacco da manuale. Lo svedese è il padrone del Paris Saint Germain, che ha otto punti di vantaggio sul Monaco - a dieci turni dalla fine - e ha ipotecato il quarto titolo della sua storia, il secondo consecutivo. Ibra più decisivo di Cristiano Ronaldo, che ha realizzato 24 reti e ha inventato 7 assist nella Liga, spianando la strada al Real Madrid, primo a +3 sull’Atletico di Simeone e a +4 sul Barcellona. Meglio del Pallone d’oro e di Luis Suarez, che ha colpito 24 volte in Premier League con la maglia del Liverpool e ha costruito anche dieci reti.

LA CHAMPIONS - Il Paris Saint Germain, trascinato da Ibra, è di un altro pianeta. E il Monaco di Ranieri, che nella 28ª giornata ha superato per 2-1 il Sochaux (gol di Berbatov e James Rodriguez), può consolarsi con una qualificazione in Champions sempre più vicina. Il Lilla, terzo in classifica, è distante sette punti. L’infortunio ai legamenti di Falcao ha compromesso la corsa al titolo del Monaco, tornato in Ligue 1 nella scorsa estate. Netto il divario con il Psg, che ha già segnato 102 gol fra coppe e campionato: cifra record per il club di Ibrahimovic, Cavani e Lavezzi. Ma Ranieri è imbattuto con la squadra di Blanc. I due scontri diretti sono terminati in parità: 1-1 all’andata a Parigi e 1-1 nella sfida di ritorno a Montecarlo.

IL COLPO TRAORE’ - Finanziato dall’oligarca russo Dimitry Rybolovlev, il Monaco ha già iniziato a progettare la prossima stagione: il primo colpo è il centravanti ivoriano Lacina Traoré, preso a gennaio dall’Anzhi (dove giocava con Eto’o) e girato in prestito all’Everton. Oltre alla solidità economica di Rybolovlev, amico di Roman Abramovich, il Monaco guarda al futuro con la certezza di poter contare su una serie di talenti. Dal terzino sinistro Kurzawa, classe 1992, cinque gol in Ligue 1, al trequartista colombiano James Rodriguez (1991); dall’esterno argentino Lucas Ocampos (1994), scuola River Plate, al mediano francese Geoffrey Kondogbia (1993), che ha vinto l’ultimo Europeo Under 21 facendo coppia a centrocampo con Paul Pogba. C’è poi l’attaccante Emmanuel Riviere (1990), nove reti in campionato. Le basi per sognare non mancano.

L’EREDE - Tra i patrimoni del Monaco c’è anche Anthony Martial, considerato in Francia l’erede di Thierry Henry, che sta chiudendo la sua carriera nei New York Red Bulls. Ha compiuto da poco diciotto anni, è nato a Lione il 5 dicembre del 1995. Sono diversi gli anelli di congiunzione tra Martial, che il Monaco ha acquistato nove mesi fa dall’Olympique Lione per cinque milioni di euro, e Henry. Stesse radici: la Guadalupa, isola delle Antille. Stessa scuola-calcio di provenienza: hanno cominciato nel Club Omnisports des Ulis. E stessa tappa nel Monaco. Per stile e rapidità di esecuzione, Martial viene paragonato a Henry. Dodici le presenze in Ligue 1, nove in questa stagione nel Monaco e tre nel torneo passato con il Lione. Due i gol: il primo lo ha festeggiato a diciassette anni e undici mesi contro il Rennes, il 30 novembre del 2013. Il club di Ranieri gli ha fatto sottoscrivere un contratto fino al 30 giugno del 2018. C’è una curiosità che riguarda Martial a livello anagrafico: lui e Neal Maupay, classe 1996, punta del Nizza, sono gli unici ad aver segnato quest’anno in Ligue 1 prima di diventare maggiorenni.

L’OFFERTA DEL CITY - Anthony Martial è stato scoperto nel Club Omnisports des Ulis dal tecnico Jean-Claude Sadou. Il suo papà è un funzionario, mentre la mamma lavora nel settore farmaceutico. Ha due fratelli calciatori. Johan, ventidue anni, è un difensore del Brest, serie B francese. Dorian, venticinque anni, è un centrocampista del Club Omnisports des Ulis. Martial è stato tesserato dall’Olympique Lione quando aveva tredici anni: a sceglierlo fu Gerard Bonneau. Ha esordito in Ligue 1 il 3 febbraio del 2013 contro l’Ajaccio (1-3), prima di legarsi al Monaco. A lanciarlo è stato l’allenatore Remi Garde. Durante l’esperienza nelle giovanili del Lione aveva respinto le proposte del Manchester City, dopo aver incontrato i dirigenti inglesi e visitato il centro sportivo dei Blues.

IL MONDIALE - Il suo manager è Philippe Lamboley. Martial si è raccontato sabato in un’intervista esclusiva rilasciata a “L’Equipe”. C’è chi spinge per convincere il ct Didier Deschamps a convocarlo per il Mondiale in Brasile. Ma lui, Martial, dice di essere concentrato soltanto sulla Francia Under 21, diretta da Willy Sagnol. Punta centrale o esterna: scatto, agilità, forza atletica. In Ligue 1 ha segnato due gol: si è sbloccato contro il Rennes e si è ripetuto davanti al Guingamp. E’ alto un metro e 81, pesa 76 chili. Prima che si accordasse con il Monaco, Martial era finito anche sull’agenda della Juventus, che lo aveva scoperto nei baby del Lione: nel campionato Under 17, l’attaccante era stato capace di realizzare addirittura sei reti in una partita con il Guegnon.


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